Dopo un altro stop per rinnovarsi, riapre al pubblico il Museo di Design e lo fa in grande. Scopri di più su il museo di Design che risiede in pianta stabile – dal 2019 – alla Triennale di Milano!
Il nuovo look del Design
Come possiamo leggere in un’intervista al presidente della Triennale di Milano, ovvero Stefano Boeri, il Museo del Design italiano è ciò che permette di mostrare l’importanza del design italiano non solo a chi fa parte di questo mondo ma ad un pubblico vasto ed eterogeneo.
Per questo lo stretto legame con Triennale di Milano rende questo evento unico.
Dopo aver reso permanente – nel 2019 – l’ubicazione del museo del Design alla Triennale, è stato necessario fare un ulteriore rinnovo, ma ora il museo di Design riapre ancora una volta.
I contenuti sono stati così facendo ampliati ed approfonditi, sia grazie agli Archivi di Triennale che grazie alle donazioni e ai comodati.
Una delle nuove attrazioni è l’auto che rappresenta il Made in Italy stesso, ovvero la 500.
Si tratta della Nuova 500 D del 1960 disegnata da Dante Giacosa per la FIAT.
Ma il museo è molto di più! Una composizione fatta da foto, packaging di design, materiale grafico, idee per una campagna pubblicitaria, poster. Insomma, un percorso dall’idea alla realizzazione fino alla comunicazione di un progetto.
Un omaggio alla storia
Ma facciamo un passo indietro e parliamo di cosa sia la Triennale di Milano.
Fondata nel 1923 a Monza da Guido Marangoni per la prima Biennale delle Arti Decorative dell’ISIA.
Dieci anni dopo venne trasferita a Milano, dopo che il Palazzo dell’Arte di Giovanni Muzio fu ultimato.
La Triennale nasce con l’obiettivo ben preciso di creare una comunione fra industrie, mondo della produzione e le arti applicate.
Ed è servito anche da megafono mediatico per l’ambiente italiano, permettendo così la conoscenza oltre che la fusione con altre correnti estere.
Ricordiamo che già nel 1993 artisti come Carrà, Campigli, De Chirico e Sironi esposero le loro opere all’interno della Triennale.
La Triennale è stata interpellata perfino per la costruzione – post seconda guerra mondiale – del quartiere QT8 di Milano.
Da lì nacque poi l’interesse per la pianificazione urbanistica e le innovazioni in campo edilizio che saranno uno dei temi portanti per la Triennale negli anni 50.
Oltre ad essere anche la sede del Premio “il Compasso d’oro”, la Triennale di Milano ha dunque reso celebri temi importanti e ora può annoverare anche il museo del Design fra gli altri.
Il museo del Design, detto dei 15 minuti
Il museo del Design può vantare di essere una delle prime realtà italiane che abbia deciso di avvalersi di un modello di sviluppo detto “le città dei quindici minuti”, ciò consiste nella possibilità di ottenere una città sostenibile in cui tutti i cittadini della città possono raggiungere in quindici minuti – che siano a piedi o in bicicletta – tutti i servizi essenziali della città compreso il servizio culturale.
Ciò servirebbe ad evitare l’inquinamento permettendo di evitare spostamenti superflui con mezzi che inquinano.
Questo progetto – a cui ha contribuito la Fondazione Cariplo – permette di elargire delle promozioni uniche per i cittadini che si trovino in quel raggio.
I minori di diciotto anni e gli studenti nel raggio indicato potranno accedere al museo gratuitamente e per tutti i residenti – di ogni età – che si trovino in un CAP prossimo al museo, potranno ottenere una riduzione del biglietto.
Il progetto della città in 15 minuti è stato per la prima volta pensato nel 1923, durante un concorso di architettura urbana per la città di Chicago. L’idea è di abbattere la netta differenza fra centro città e periferie della città e oltretutto ottenere una riduzione notevole dell’inquinamento e migliorare il rapporto dell’ambiente con la città.
Dovettero passare molti anni perché anche un Sindaco di Parigi decidesse di sperimentare questa tipologia di approccio alla città nei quartieri parigini.
Per Milano la scoperta è ancora più recente, si parla del 2020.
L’ADI Design Museum è il primo ad aderire – seppur un ente privato – a questo tipo di iniziativa, proponendo scontistiche attive e ingressi gratuiti.
Il museo di Design si auspica che dando il buon esempio – in questo progetto che permette di ottenere delle scontistiche se si rientra in un raggio di 15 minuti in bicicletta o a piedi dal punto – anche altre istituzioni non solo private ma anche pubbliche decidano di mobilitarsi in tal senso, permettendo alla città di Milano di virare ancor di più verso un futuro Green e senza differenziazioni fra centro e periferia.
Difatti il progetto a cui ha aderito l’ADI Design Museum si estende dalle mura spagnole fin quasi a Ghisolfa, Dergano, Niguarda, Bovisa e Greco-Bicocca.
Ovviamente per chi dovesse rientrare in categorie già agevolate, questo tipo di progetto andrà a sommarsi, quindi in caso di studenti che abbiano diritto ad una scontistica in quanto tali, se rientranti anche in questo progetto potranno sommare le due scontistiche.
Una bella idea che speriamo si possa ampliare nel tempo a tutta la città.