Vivere alle pendici del Vesuvio con il mare a due passi è una vera fortuna. Il territorio di Portici offre questa possibilità.
Portici fa parte del Miglio d’oro, un luogo magico che si estende tra San Giorgio a Cremano fino ad Ercolano, dove ora sorgono tantissime ville fatte costruire dei Nobili in passato.
Era la belle epoque e i giovani che partivano per il Grand Tour sceglievano quasi estasiati questi posti come meta.
Anche i Borbone si innamorarono di questa zona e per sfuggire al caldo afoso della città, volevano un posto dove trascorrere le vacanze estiva La coppia reale Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia, decise di costruire la loro villa estiva tra il Vesuvio e il mare.
La famiglia reale non badò a spese e commissionarono la realizzazione del sito ai più importanti architetti e ingegneri dell’epoca: Medrano, Canevari, Vanvitelli, Fuga, Canart, Bonito, Re e Geri.
Herculanense museum: reperti unici
Il sito di Portici divenne ben presto ricco di memorie uniche: furono trovati molti reperti provenienti dalle città sepolte di Ercolano e Pompei. Essi diedero vita furono vita all’Herculanense Museum.
Agli inizi dell’Ottocento le collezioni di archeologia furono nel Museo Archeologico di Napoli, costituendo così la collezione attuale.
Oggi l’herculanense museum, grazie alla tecnologia è una riproduzione multimediale di quello che è stato un tempo.
Ben presto si riempì di tanti reperti importantissimi, ma con la fuga di Ferdinando IV a Palermo la collezione cominciò a diminuire e ben presto tutto fu trasferito al Mann.
Era unico in tutta Europa per la quantità di reperti unici uniti insieme proveniente da Ercolano, Pompei e Stabia e anche per i laboratori presenti all’interno. Tante le attività di studio e restauro: ad esempio metodi per srotolare i papiri carbonizzati alla stamperia reale.
Goethe lo definì l’alfa e l’omega di tutte le raccolte di antichità, ecco perché con la mancanza poi dei reperti, non si è voluto distaccarsi dalla sua storia. Dal 2006, grazie al videomapping nel piano nobile della Reggia è possibile vedere le proiezioni multimediali dei reperti, filmati che illustrano la storia degli scavi e delle loro tecniche, i procedimenti per il distacco degli affreschi, le annotazioni e le impressioni dei visitatori dell’epoca.
In tempi moderni l’antichità della Reggia si fonde con le nuove tecnologie e anche un altro
polo museale si serve del videomapping per un’esperienza multisensoriale agli utenti.
All’interno del dipartimento di Agraria è presente il MAVV ( Museo dell’Arte, del Vino e della Vite.
Nasce per diffondere il vino come patrimonio artistico, culturale, utilissimo per il marketing territoriale della zona e ottimo per la promozione enologica.
Il percorso di Wine Experience si basa sull’uso di interfacce innovative fa vivere al pubblico una realtà virtuale “immersiva”. Le attività espositive collegano il vino alle arti visive, all’archeologia, alla moda e allo spettacolo.
Cultura e arte si fondono con l’innovazione attraverso exhibit multimediali e tecnologie avanzate.
Nel museo è possibile trovare aree espositive che riguardano la storia del vino: dalla fermentazione in video mapping fino ad un’esperienza in realtà aumentata immersiva.
Orto botanico e facoltà di agraria
Ad un certo punto della storia il Palazzo di Portici e il Parco reale furono assegnati alla Provincia di Napoli per diventare Reale Scuola Superiore di Agricoltura.
Contemporaneamente fu fondato l’Orto Botanico nel giardino della Reggia. La Reggia è circondata da spazi verdi: un bosco superiore, dove i Borbone si dedicavano alla caccia, ed uno inferiore che si estende fino al mare.
La Scuola di Agraria portò ancor di più materiali botanici e mineralogici, collezioni entomologiche e macchine agricole, strumenti scientifici di laboratorio e raccolte anatomo-zootecniche.
La Scuola, nel 1935, diviene Facoltà di Agraria della Università di Napoli Federico II, dando più notorietà al sito grazie alle attività didattiche.
Con la costituzione della Città Metropolitana di Napoli sono stati realizzati importanti lavori di restauro per valorizzare il patrimonio.
Le origini del bosco
Nel bosco superiore fu creato l’Orto Botanico di 7.400 mq nel 1873 per volere di Nicola Antonio Pedicino.
Dell’impianto originario dei giardini rimangono oggi troviamo: contenitori per le piante, muri di cinta, busti marmorei e fontane, aiuole specializzate, vasche con piante acquatiche e la Serra Pedicino.
L’esposizione botanica è organizzata per distribuzione geografica e tipologie ambientali: vi si allevano conifere, flora del Mediterraneo, magnolie e piante provenienti dal Centro e Sud America, dall’Australia e dal Sudafrica.
La Serra Pedicino è stata restaurata nel 2000, ospita una collezione di piante epifite. Mentre una struttura in pietra accoglie la Primula palinuri che si può vedere prevalentemente in Campania, Basilicata e Calabria.
Poi c’è il giardino delle felci che è uno degli angoli più suggestivi dell’Orto. Poco discosto un palmeto ospita venticinque diverse specie ed esemplari di Plumeria e di Grevillea robusta.
Dopo questa descrizione della Reggia di Portici capiamo che è ancora oggi una grande risorsa per il posto e una grande attrattiva per i turisti insieme agli scavi di Ercolano, alle ville del Miglio D’oro e al porticciolo del Granatello.
La Reggia negli anni recenti è diventata anche un ottimo strumento di marketing territoriale capace di valorizzare al meglio il territorio. Siccome all’interno di essa si tengono visite guidate per gruppi e bambini, ma ci sono anche sale adibite a convegni, inoltre nel giardino superiore ci sono stati anche eventi musicali e in quello inferiore eventi sportivi come lezioni di fitness e yoga.
Oltre ad essere un polo culturale e botanico di grande spessore soggetto a ricerche e studi.